Progetto Life - Provincia di Prato

 
 

Austropotamobius italicus (Faxon, 1914)

  • Nome Volgare: GAMBERO DI FIUME
  • Phylum : CROSTACEI;
  • Classe: CRUSTACEA;
  • Ordine: DECAPODA;
  • Sottordine: ;
  • Famiglia: Astacidae;

Descrizione e riconoscimento:

Il Gambero di fiume, è una specie di medio-grandi dimensioni (taglia massima raggiungibile circa 12 cm di lunghezza totale) e di colore variabile da marrone chiaro a scuro o verde oliva. Tra le appendici, quelle di maggiore dimensione sono le chele. Queste hanno molteplici funzioni: cattura e manipolazione delle prede, difesa da predatori, attività riproduttive (accoppiamento e competizione con altri maschi) e interazioni agonistiche intra e interspecifiche. La specie non deve essere confusa con quella invasiva, Procambarus clarkii, presente in numerose aree della Toscana, caratterizzata da maggiori dimensioni e un colore rosso-violaceo lateralmente e quasi nero dorsalmente.


Note ecologiche:

Il Gambero di fiume è un macroinvertebrato che occupa corsi d'acqua montani (fino ad un'altezza di 1260 m nel sud della Svizzera), grazie alla sua resistenza alle basse temperature. La temperatura dell'acqua, tuttavia, non deve scendere al di sotto dei 10 C, per permettere il regolare sviluppo dei piccoli. La temperatura influisce fortemente anche sull'attività della specie, che si riduce quasi completamente durante l'inverno. Il Gambero di fiume è molto sensibile all'inquinamento chimico, e quindi è considerato un buon indicatore dello stato di salute delle acque (Gherardi et al., 2001). Le maggiori esigenze di questa specie dal punto di vista chimico sono una concentrazione minima di ossigeno di almeno 6 p.p.m. (ottimale è un valore di saturazione pari al 60 %) e una quantità di calcio non inferiore a 2.8 p.p.m. Il calcio è infatti un fattore fortemente limitante la distribuzione del Gambero, poichè necessario per l'indurimento dell'esoscheletro dopo la muta. La specie mostra un'attività prevalentemente notturna (Barbaresi e Gherardi, 2001). Come per altri crostacei d'acqua dolce, le abitudini notturne sono considerate un adattamento che permette di sfuggire a predatori che cacciano basandosi sulla vista, quali alcune specie di pesci, uccelli e mammiferi. Rifugi naturali di questo macroinvertebrato, anche nei confronti dei conspecifici, sono costituiti dalle radici degli alberi presso l'argine, dal detrito vegetale e dai ciottoli di maggiori dimensioni. L'accoppiamento si realizza in autunno, ed è possibile trovare femmine ovigere da dicembre a giugno. Ogni femmina trattiene le uova fecondate (40-150 ca.) sotto l'addome. Lo sviluppo larvale è diretto e le larve si mantengono attaccate alla femmina fino al terzo stadio, per poi allontanarsene e condurre vita autonoma. La maturità sessuale viene raggiunta dopo 2-3 anni. La dieta di questa specie, che svolge un ruolo fondamentale nella rete trofica degli ecosistemi dulcacquicoli (Gherardi et al., 2001), è costituita sia da materiale animale, quale larve di insetti, pesci e altri animali morti, sia da materiale vegetale, fresco, come il muschio, e detritico.


Distribuzione:

Il gambero nativo europeo (genere Austropotamobius) è, secondo un recente lavoro condotto mediante tecniche di biologia molecolare (Grandjean et al., 2002), distinto in 3 specie: A. torrentium (Balcani, Svizzera ed Austria), A. pallipes (Francia, Svizzera, Austria, Gran Bretagna e Irlanda) e A. italicus (Spagna, Italia, Balcani e Svizzera). In Italia, il Gambero di fiume è presente dalla Calabria al Piemonte (Froglia, 1978, Laurent, 1988), con l'eccezione di parte della Calabria e della Puglia. Nell'Italia Settentrionale è un macroinvertebrato comune nei bacini idrici tra Venezia e Trieste (De Luise, 1988), in Liguria (Mori et al., 1988, 1989, Salvidio et al., 1993) e in Toscana. In particolare, nelle regioni nord-occidentali è presente A. pallipes, mentre nel resto della penisola italiana è distribuito A. italicus, con quattro sottospecie (Lortscher et al., 1997, Nascetti et al., 1997, Santucci et al., 1997, Grandjean et al., 2000, Largiadèr et al., 2000, Fratini et al., 2004). Una zona di sovrapposizione tra le due specie è stata riscontrata nell'Appennino Ligure (Santucci et al., 1997, Nascetti et al., 1997, Fratini et al., 2004). In Toscana, con l'eccezione di alcune zone situate nella Provincia di Massa, è presente la sottospecie A. i. italicus (Fratini et al., 2004).


Distribuzione in Provincia di Prato:

La presenza di A. italicus è stata rilevata in corsi d'acqua collocati nei Comuni di Vernio, Vaiano e Cantagallo.


Stato e conservazione:

In Europa, Austropotamobius pallipes è considerata una specie vulnerabile (Groombridge, 1996), con alto rischio di estinzione in alcune aree come la Spagna. Analogamente a quanto riscontrato in altri paesi europei, in Italia si è osservata una rarefazione nel numero e nella distribuzione delle popolazioni di questo macroinvertebrato. Tra le cause antropiche di questa riduzione sono da citare (Matthews e Reynolds, 1995) l'inquinamento chimico delle acque (per acidificazione, eutrofizzazione e scarico di sostanze tossiche dall'agricoltura e dall'industria), le modificazioni dell'habitat fisico (indotte dalla costruzione di dighe, sistemi di scarico, escavazioni, processi di canalizzazione e cementificazione degli argini), la pesca di frodo e l'introduzione di specie aliene, originarie dell'America del Nord, quali ad esempio Procambarus clarkii. Quest'ultima specie infatti, oltre a rappresentare un competitore diretto ed indiretto, è, come già spiegato, un portatore sano della "peste del gambero". Tale malattia ha, in alcuni paesi europei, eliminato intere popolazioni di gamberi nativi. Dal punto di vista normativo, nonostante il D.P.R. dell'8 Settembre 1997 (n. 357) definisca il Gambero di fiume come una specie la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali e, inoltre, lo indichi come una specie il cui prelievo in natura e il cui sfruttamento devono essere soggetti a misure di gestione, la Legge Regionale 6 Aprile 2000, n. 56, non lo include tra le specie protette. A nostro avviso, questo è un aspetto della normativa regionale che andrebbe rivisto alla luce dello status conservazionistico del Gambero di fiume in tutta Europa.


Foto:

Immagine Specie Animali Triturus Austropotamobius italicus (Faxon, 1914)
 
 

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