Progetto Life - Provincia di Prato

 
 

Triturus Carnifex

  • Nome Volgare: Tritone crestato italiano
  • Phylum : ANFIBI;
  • Classe: AMPHIBIA;
  • Ordine: CAUDATA;
  • Sottordine: ;
  • Famiglia: Salamandridae;

Descrizione e riconoscimento:

è la più grossa fra le specie di tritoni presenti in Italia. La femmina può infatti raggiungere i 20 cm di lunghezza totale, mentre il maschio non supera di regola i 15 cm; la maggior parte degli esemplari è compresa comunque fra i 10 e i 15 cm. In ambedue i sessi il colore delle parti dorsali va dal grigio-nerastro al bruno-olivaceo al bruno-nerastro, con varie macchie più scure del fondo irregolarmente disposte; la gola è nerastra o bruno-nerastra punteggiata di biancastro, mentre la regione ventrale va dal giallo all'arancio-rossiccio, con numerose macchie bruno-nerastre o nerastre, individualmente assai variabili per forma, estensione e disposizione. Il maschio, soprattutto durante la fase riproduttiva, possiede un'evidente cresta dorsale dentellata e, ai lati della coda, una banda biancastra, spesso soffusa di azzurro e con riflessi madreperlacei; la cresta manca invece di regola nella femmina, che, come i subadulti, è caratterizzata da una linea vertebrale dorsale e sopracaudale, di colore variabile dal giallo-verdastro chiaro al giallo al giallo-aranciato. Le larve, che hanno le parti superiori da giallastro a bruno con marmorizzazioni e macchie più scure, sono caratterizzate dalla coda terminante con un lungo filamento e dalle dita oltremodo allungate e sottili; alla metamorfosi le larve raggiungono di norma i 5-8 cm di lunghezza totale, ma eccezionalmente possono superare anche i 10 cm.

Note ecologiche:

L'accoppiamento avviene in acqua e, come nel tritone alpestre, è preceduto da un complesso corteggiamento. All'epoca riproduttiva, che ha di regola luogo fra la fine dell'inverno e l'inizio dell'estate a seconda dell'altitudine, frequenta laghetti, stagni, pozze, abbeveratoi, fontanili, canali, torrenti a lento corso, fossi, raccolte d'acqua temporanee, ecc., tanto in ambiente boschivo quanto aperto, dove può trattenersi per lungo tempo anche dopo la stagione degli amori; la femmina depone di solito da 200 a 300 uova. Gli ambienti terrestri sono analoghi a quelli indicati per il tritone alpestre. In acqua gli adulti si nutrono di invertebrati acquatici di piccola e medio-piccola taglia, talora anche di avannotti e di uova, larve e metamorfosati di Anfibi, compresi esemplari più piccoli della sua stessa specie. I predatori sono più o meno gli stessi ricordati per la precedente specie


Distribuzione:

Il tritone crestato italiano, in base a ricerche biochimiche, è attualmente considerato una specie distinta dal Triturus cristatus, al quale fino a qualche anno fa era riferito. Il suo areale di distribuzione comprende la porzione meridionale della Svizzera, la regione alpina dell'Austria, la Foresta Viennese, la Slovenia occidentale, l'Istria e l'Italia, escluse le estreme aree alpine e le isole; è presente per introduzione anche nella Baviera meridionale (cfr. FRANZEN et al., 2002). .- è diffuso in gran parte dell'Italia continentale e peninsulare, a sud fino a circa il 39 parallelo. In Toscana è segnalato in tutto il territorio regionale, isole escluse, dal livello del mare a oltre 1800 m sulla catena appenninica.


Distribuzione in Provincia di Prato:

La presenza di questa specie è stata verificata nell'area collinare della porzione centrale e meridionale del territorio in esame, fra 110 e 685 m. I quadrati U.T.M. con osservazioni recenti sono 6 sui 29 provinciali, più uno con dati museali; in totale i quadrati in cui la specie è segnalata sono pertanto 7 (24,1%). è tuttavia presumibile che essa sia in realtà presente anche in altre località della Provincia. Nella piana, nonostante le accurate ricerche, non è stato confermato e pare divenuto, nella migliore delle ipotesi, assai raro e localizzato. è comunque segnalato nelle aree di pianura protette delle province di Firenze e Pistoia immediatamente prossime ai confini provinciali pratesi.


Stato e conservazione:

Rispetto al passato il tritone crestato sembra in costante diminuzione nel territorio pratese, sia dal punto di vista della diffusione sia da quello della densità popolazionale, analogamente a quanto avviene un po' in tutto il suo areale. Cause principali di minaccia sono la progressiva distruzione e alterazione dei suoi ambienti riproduttivi (in particolare nelle aree periurbane e industrializzate), l'immissione di Pesci carnivori nelle pozze e nei laghetti collinari, il prelievo idrico dai piccoli corpi d'acqua, il pesticciamento del bestiame attorno e dentro le piccole pozze, l'uccisione degli esemplari da parte del traffico veicolare durante le migrazioni primaverili verso i luoghi di riproduzione. Il ripristino e la creazione ex-novo di ambienti idonei al ciclo vitale della specie sembrano le soluzioni più efficaci per la sua conservazione. Il tritone crestato italiano è inserito nell'all. II della Convenzione di Berna, negli all. B e D della Dirrettiva Habitat e nell'all. A della Legge Regionale toscana.

Foto:

Immagine Specie Animali Triturus carnifex (Laurenti, 1768)
 
 

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